Assegno di cura

ASSEGNO DI CURA: TEMA DELICATO

Lunedì 8 aprile l’assessorato alla coesione sociale ha presentato il bilancio dell’assegno di cura. I dati dimostrano una crescita del numero degli assistiti e dei costi. Bisognerebbe però analizzare a quanto ammontano gli aumenti derivati da arretrati pagati, visti i tempi lunghi per l’inquadramento. Senza ombra di dubbio ci saranno anche aumenti reali, legati all‘aumento degli aventi diritto. Questo ha ovviamente riacceso la discussione sulla futura sostenibilità finanziaria del fondo stesso. Anche se siamo sostanzialmente in linea con le previsioni fatte a suo tempo il sindacato non intende sottovalutare questo aspetto. Nei prossimi anni la generazione dei “baby boomer” entrerà nell’età nella quale il rischio di andare incontro a problemi psichici e fisici aumenta. Il gran numero di persone farà automaticamente aumentare il numero dei bisognosi e i costi. Il sindacato ha sempre sostenuto che la non autosufficienza, è un problema che riguarda tutta la società e non solo chi si ritrova in quella condizione. Per questo non ha mai rifiutato la proposta di un contributo da parte dei cittadini, a condizione che ognuno partecipi in base alle sue possibilità economiche. Si ipotizzava una tassa di scopo o un pagamento annuale, a partire da una certa età, in base al reddito e al patrimonio. Era la politica che ha, infine, deciso di istituire il fondo a carico totale del bilancio provinciale. Noi non potevamo ovviamente opporci a questa decisione, anzi eravamo convinti che erano soldi pubblici spesi bene. In coerenza con quanto affermato tanti anni addietro, non siamo però contrari a un confronto, anche se è la politica stessa a sostenere che nei prossimi anni il fondo non avrà particolari problemi. Se poi si ritiene utile intervenire subito, dobbiamo comunque decidere chi sarà chiamato a contribuire e come. Essendo noi stati i promotori principali di questo importantissimo strumento di Welfare locale, che le altre Regioni ci invidiano, abbiamo tutto l’interesse che l’assegno di cura venga garantito anche nei prossimi decenni. E proprio per questo siamo altresì convinti che il sindacato vada coinvolto in ogni fase della discussione. Ma ribadiamo da subito che interventi di tipo assicurativo non ci convincono, anche se sono gestiti dalla mano pubblica. Lo diciamo perché qualche volte la politica lancia, probabilmente in maniera impropria, questo tipo di messaggio, senza precisare cosa si nasconde dietro questa idea. Non si sa neppure se si tratta di prestazioni aggiuntive. Per noi proposte che agevolano chi ha maggiori risorse sono irricevibili. La mano pubblica non deve proporre prestazioni differenziate a seconda del contributo da parte del cittadino. Questo agevolerebbe chi se lo può permettere e con ogni probabilità i giovani rispetto agli anziani. La mano pubblica deve continuare a garantire una prestazione universale uguale a tutti i cittadini e se fosse il caso far partecipare tutti i cittadini alla spesa in maniera equa. Chi vuole garantirsi ulteriormente, e ha i soldi, si può rivolgere tranquillamente a qualche compagnia privata.

Alfred Ebner 

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