INVECCHIAMENTO ATTIVO, LA NOSTRA SFIDA
L’invecchiamento della popolazione è diventato un tema poli co cruciale a causa dell’aumento sia della percentuale che del numero assoluto di anziani. Questo fenomeno è principalmente dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita, che è cresciuta grazie ai progressi sanitari ed economici. Nei paesi ad alto reddito, come l’Italia, infatti, si osserva un significativo aumento della sopravvivenza in età avanzata, che oggi è di 21,9 per le donne e di 18,9 anni per gli uomini. Un altro fa ore importante è la diminuzione dei tassi di fertilità, che riduce progressivamente anche il numero di donne in età fertile. Anche con un numero di figli costante per ogni donna avremmo un comunque un calo. Questo contribuisce inevitabilmente all’invecchiamento demografico. Il calo delle nascite è particolarmente marcato in molti paesi, come la Cina (a causa della politica del figlio unico) e anche in Italia, dove si prevede un calo della popolazione totale e un aumento della quota di anziani fino al 34,5% entro il 2050. L’invecchiamento demografico comporta un aumento del rapporto tra anziani e persone in età lavorativa, creando sfide economiche e sociali. Tuttavia, la politica non deve limitarsi a scenari catastrofici, perché vivere più a lungo è un’opportunità, anche per le future generazioni. È difficile inoltre prevedere con certezza l’evoluzione tecnologica della medicina e i suoi effetti sul lavoro, la sanità e la cura. L’intelligenza artificiale sta già cambiando molti settori in maniera inimmaginabile solo pochi anni fa. E se si trovasse una cura per malattie come l’Alzheimer, quale sarebbe l’impatto sulla non autosufficienza? Un aspetto centrale è, infine, la qualità della vita negli anni aggiuntivi guadagnati: se questi anni sono vissuti in buona salute, ulteriori aumenti dell’aspettativa di vita sono auspicabili. Le malattie croniche e le disabilità lievi sono inevitabili ma comunque gestibili. Non sarebbe auspicabile invece un prolungamento della vita media contraddistinto da gravi forme di non autosufficienza o demenza. La qualità della vita dipende però anche dall’ambiente sociale e dalle opportunità di partecipazione attiva, che possono migliorare le capacità fisiche e intellettuali degli anziani. La sfida attuale non è solo incentivare la natalità, ma anche gestire una popolazione più anziana. È necessario superare i catastrofismi e promuovere l’invecchiamento attivo, valorizzando le risorse umane degli anziani. Questo non solo migliora la loro vita, ma può anche ridurre la domanda di assistenza e cura, contribuendo a una società più sostenibile.
Alfred Ebner